Il periodo di crisi e di sconvolgimenti a livello sanitario prima ed economico poi, hanno reso manifesto quanto sia fondamentale investire nell’innovazione. Siamo nell’era in cui il digitale è parte integrante della quotidianità ed è necessario adeguarsi, nonché sfruttare questa grande risorsa. Due sono le modalità: innovare un’impresa esistente oppure crearne una digitale.
Altro aspetto cui la pandemia ha dato risalto è l’importanza di valorizzare il proprio territorio, sostenendo l’economia locale.
A tale proposito, c’è una regione italiana che si dimostra particolarmente sensibile all’argomento: la Regione Marche.
Le Marche si sono, infatti, attivate, promuovendo una serie di agevolazioni e contributi alle imprese, non solo a sostegno delle nuove attività, ma anche per supportare i miglioramenti tecnologici e la digitalizzazione.
I bandi della Regione Marche rivolti a questo ambito di cui vogliamo parlarvi oggi sono tre, con scadenze differenti.
Bandi Regione Marche: l’importanza dell’industria 4.0
Quando si parla di industria 4.0, si prende in considerazione la quarta rivoluzione industriale. Questa sta modificando la modalità lavorativa e strutturale delle aziende, che devono, necessariamente, implementare le nuove tecnologie.
Proprio per questo motivo, uno dei bandi della Regione Marche riguarda gli “Investimenti Tecnologici in Digitalizzazione Smart Working e 4.0“.
I contributi offerti dalla Regione sono a fondo perduto per il 60% delle spese affrontate, purché rientrino nei termini del bando.
Tali incentivi serviranno per introdurre nuovi processi e nuovi modelli organizzativi, utili per affrontare l’emergenza causata dalla pandemia in atto. I fondi sono rivolti a micro, piccole e medie imprese della Regione Marche di ogni forma giuridica (ditte individuali, società di persone, società di capitali).
Le linee di intervento sono due e riguardano:
- il miglioramento dell’efficienza aziendale mediante l’acquisizione di nuove tecnologie digitali e tecnologie 4.0. Parlando di cifre, l’investimento minimo dell’impresa deve essere di minimo € 20.000 e il contributo può arrivare ad un massimo di € 40.000.
- l’adozione di modelli di smart working nelle differenti funzioni aziendali e acquisizione della relativa strumentazione. In questo caso, si parla di un investimento di almeno € 5.000, con un incentivo fino a € 10.000.
Per poter accedere ai fondi disponibili, la domanda va presentata entro il 30 ottobre alle ore 13.00.
Creazione d’impresa Regione Marche 2020: ricominciare da sé stessi
Per quanto riguarda il secondo bando regionale, il contributo, a fondo perduto, è estremamente interessante, in quanto va da un minimo di € 15.000 e può raggiungere un massimo di € 35.000.
Lo scopo è riqualificare la zona, offrendole una rinnovata prosperità economica, promuovendone sia investimenti da parte di imprese esterne, sia supportando la nascita e creazione di nuove attività locali.
Per accedere al bando, è necessario:
- Essere disoccupati da almeno 6 mesi
- Avere un’età compresa tra i 18 e i 24 anni o avere superato i 50 anni
- Essere residenti o domiciliati nell’area di crisi complessa Fermano Maceratese
L’impresa fondata grazie a questa iniziativa, dovrà soddisfare la seguente indicazione: almeno il 50% dei soci e dei soci lavoratori dovranno essere disoccupati e appartenere a categorie svantaggiate. Ovviamente, in caso di ditta individuale, l’unico membro dovrà essere disoccupato e rientrare nelle categorie sopra indicate.
Al momento della presentazione della domanda (una sola per soggetto), non dovrà risultare nessuna p.iva aperta legata al richiedente, né dovrà essere costituita la società.
Queste, infatti, andranno aperte dopo l’invio della richiesta di agevolazione, insieme alla lista delle spese e al relativo Business Plan.
I contributi verranno assegnati fino ad esaurimento delle risorse. Le domande verranno valutate a seconda del punteggio ottenuto (che deve essere di almeno 60/100) e l’ordine cronologico di arrivo.
Utilizzo del digitale, innovazione e valorizzazione del territorio insieme al network Comuni a Domicilio
Riguardo a questo argomento, esiste una realtà giovane, ma ben strutturata, che fa della “rivoluzione commerciale” il suo valore principale: si tratta di Comuni a Domicilio, il network che porta innovazione a livello territoriale sfruttando le risorse digitali e valorizzando il tessuto economico comune italiano per comune italiano.
Il format è al passo con le nuove richieste di mercato. Grazie ad un’App-marketplace (una piattaforma di e-commerce tipo Amazon), i cittadini possono consultare tutte le attività della zona. Le attività commerciali hanno infatti l’opportunità di vendere online, ricevere ordini d’asporto e prenotazioni di ogni tipo, caricare un menù/ volantino digitale.
Il network intende valorizzare e rilanciare l’economia locale, grazie al sostegno digitale offerto ad attività commerciali, artigiani, produttori e imprese appartenenti a vari settori commerciali. Gli utenti possono, così, acquistare comodamente e in sicurezza direttamente dallo smartphone, nonché effettuare ordini take away e prenotare ristoranti.
Una bella occasione per diventare imprenditori di sé stessi in un settore in fortissima crescita: il digitale. Inoltre, la creazione di una impresa digitale come questa consente numerosi vantaggi come l’assenza di costi fissi di gestione, l’assenza di un canone di affitto mensile, la “scalabilità” dettata dalla natura dei servizi digitali, ecc.
Inoltre, Comuni A Domicilio consente di avviare il business in tempi brevissimi e sin dal primo giorno di attività. Per poter scoprire tutti i vantaggi della formula digitale è possibile visitare il sito di Comuni a Domicilio.
L’importanza della trasformazione tecnologica e digitale delle imprese italiane
Infine, il terzo dei bandi è dedicato alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese italiane.
Il tema verte sempre sulla proposta di allinearsi all’industria 4.0, sulle innovazioni digitali e tecnologiche ad essa legate. Quindi, si incentivano le piccole e medie imprese alla realizzazione di progetti diretti all’implementazione delle tecnologie abilitanti individuate nel Piano Nazionale Impresa 4.0, nonché di altre tecnologie relative a soluzioni tecnologiche digitali di filiera.
I contributi si rivolgono alle piccole e medie imprese, le quali devono essere iscritte come attive nel Registro delle imprese e il settore dove operano dev’essere ben definito. Infatti, devono lavorare nel settore manifatturiero e/o in quello dei servizi diretti alle imprese manifatturiere e/o nel settore turistico e/o nel settore del commercio.
L’ultimo bilancio approvato e depositato deve aver registrato un importo dei ricavi delle vendite e delle prestazioni pari almeno a euro 100.000,00. Inoltre, le aziende devono disporre di almeno due bilanci approvati e depositati presso il Registro delle imprese.
Questo bando prevede incentivi complessivi pari al 50% delle spese ammissibili e contributi a fondo perduto pari al 10% delle spese sostenute.
Inoltre, saranno stanziati finanziamenti agevolati pari al 40%.