Aprire un e-commerce: guida completa sulla partita IVA

Con l’esplosione del commercio online, sempre più persone considerano l’idea di aprire un e-commerce in Italia. Ma la domanda che sicuramente ti sarai posto è: per aprire un e-commerce serve per forza la partita IVA? La risposta è: sì, sempre, anche quando si parla di temporary store. Ma per aprire una partita IVA e rimanere in regola è necessario conoscere a fondo molti altri fattori. In questo articolo, forniremo una guida dettagliata per comprendere quando è obbligatoria l’apertura della partita IVA e come aprirla.

Quando è obbligatoria la partita IVA?

In Italia, la partita IVA è obbligatoria per chiunque svolga un’attività economica in modo abituale e professionale, anche se non esclusivo. Questo principio è sancito dall’articolo 5 del DPR n. 633/1972.

Criteri di abitualità e professionalità

Per determinare se un’attività richiede l’apertura della partita IVA, bisogna considerare diversi fattori, stabiliti chiaramente dall’AdE:

  • Continuità delle operazioni: Se le vendite o le prestazioni sono effettuate in modo regolare e non occasionale.
  • Organizzazione di mezzi: Utilizzo di un sito web dedicato, gestione di un magazzino, utilizzo di strumenti di marketing e promozione.
  • Finalità di lucro: L’intento di generare un profitto stabile nel tempo.

Esempio: Se gestisci un negozio online che vende prodotti artigianali, aggiorni regolarmente il catalogo, promuovi i tuoi prodotti sui social media e le vendite sono costanti, è obbligatorio aprire una partita IVA. In questo caso, infatti, l’attività è continuativa, organizzata e a scopo di lucro.

Quando si può operare senza partita IVA?

È possibile vendere online senza partita IVA solo in casi molto specifici, quando l’attività è considerata occasionale.

Vendite occasionali

Secondo l’articolo 67 del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), le attività occasionali sono quelle che:

  • Non hanno carattere di abitualità: Le vendite sono sporadiche e non programmate.
  • Non prevedono l’organizzazione di mezzi: Non si dispone di una struttura organizzata, come un sito e-commerce professionale o un magazzino.

Limiti economici:

  • Reddito massimo: Generalmente, se il reddito annuale derivante da attività occasionali non supera i 5.000 euro lordi, non è necessario aprire la partita IVA. Attenzione: questa soglia è puramente indicativa e non deve essere l’unico limite da tenere in considerazione, ma in genere è un buon indicatore. Secondo la legge, basta che l’attività sia continuativa e a scopo di lucro perché sia richiesta la partita IVA. Vendere i propri vestiti usati su un’app tipo Vinted non è un’attività a scopo di lucro; ma avere un sito web su cui vendere dei vestiti cuciti a mano, anche se con un profitto minore ai 5.000 euro annui, è considerata un’attività abituale e organizzata.

I redditi derivanti dalla partita IVA devono essere dichiarati come “redditi diversi” nel modello Redditi PF (ex Unico).

Esempio: Se vendi occasionalmente oggetti usati su piattaforme come eBay o Subito.it senza una struttura organizzata, e i guadagni annuali sono inferiori a 5.000 euro, non è necessario aprire la partita IVA.

Tuttavia, se vuoi avere un’attività imprenditoriale e aprire un e-commerce, allora la partita IVA è obbligatoria.

Regime forfettario: un’opzione agevolata

Per chi apre un’attività di e-commerce, il regime forfettario può essere una soluzione conveniente. Questo regime fiscale prevede numerosi vantaggi, ma ha anche una controindicazione: infatti, con il regime forfettario non si possono detrarre le spese d’impresa, che sono “inserite” virtualmente nella bassa aliquota. Questo vuol dire che attività d’impresa con costi alti e detraibili dovrebbero preferire il regime ordinario (si pensi ai  grandi e-commerce con magazzini e uffici), mentre attività che richiedono costi bassi, come i local e-commerce, sono perfette per il regime forfettario. I vantaggi di questo regime fiscale sono i seguenti.

  • Soglia di ricavi: Fino a 85.000 euro annui.
  • Imposta sostitutiva: Aliquota unica del 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni in caso di start-up.
  • Semplificazioni contabili: Esenzione dall’IVA sulle fatture emesse, semplificazioni negli obblighi contabili e dichiarativi.

Attenzione: Il regime forfettario è in tutto e per tutto una partita IVA e va considerata tale a livello legislativo. Bisogna poi ricordare che, qualora si abbia una partita IVA forfettaria e si superino gli 85.000 euro annui, allora bisognerà necessariamente aprire una partita IVA a regime ordinario.

Procedura dettagliata per aprire la partita IVA

Ecco i passaggi specifici da seguire per aprire la partita IVA per un e-commerce:

  1. Scelta del codice ATECO:
    • Il codice ATECO per le attività di e-commerce è generalmente il 47.91.10 (“Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet”). Tuttavia, non deve sempre essere così: se vendi prodotti o servizi specifici puoi chiedere al tuo commercialista di fiducia quale codice ATECO può essere più indicato per te.
  2. Comunicazione di inizio attività:
    • Presentare il modello AA9/12 all’Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dall’inizio dell’attività.
    • È possibile effettuare la comunicazione online tramite il servizio Fisconline o Entratel, utilizzando lo SPID, oppure mandando una PEC.
  3. Iscrizione al Registro delle Imprese:
    • Iscriversi presso la Camera di Commercio competente per territorio.
    • Presentare la Comunicazione Unica (ComUnica) che comprende l’iscrizione al Registro delle Imprese, l’apertura della posizione INPS e INAIL.
  4. Iscrizione all’INPS:
    • Iscriversi alla gestione commercianti se si svolge attività commerciale.
    • I contributi INPS per i commercianti prevedono una quota fissa annuale, indipendentemente dal reddito, e una quota percentuale su redditi superiori a una certa soglia.
  5. Eventuali autorizzazioni:
    • Verificare con il Comune eventuali autorizzazioni o comunicazioni necessarie (ad esempio, la SCIA – Segnalazione Certificata di Inizio Attività).
  6. Adeguamenti normativi:
    • Privacy e GDPR: Adeguare il sito e-commerce alle normative sulla privacy e sulla protezione dei dati personali.
    • Termini e condizioni: Redigere termini di vendita chiari e conformi alla normativa sui consumatori (D.lgs. 206/2005 – Codice del Consumo).
    • Cookie Policy: Implementare una policy sui cookie conforme al Regolamento UE 2016/679. Questo è molto importante sia per una questione etica nei confronti dei tuoi clienti sia per una questione legale, quindi assicurati che sia tutto in regola sul tuo sito o sulla tua app, oppure scegli soluzioni già ampiamente collaudate come Comuni A Domicilio o plugin specifici per WordPress o Shopify.

Obblighi fiscali e contabili

  • Emissione di documenti fiscali: È obbligatorio emettere fattura su richiesta del cliente o, in alternativa, annotare i corrispettivi giornalieri.
  • Registri contabili: Tenuta dei registri IVA (se non in regime forfettario) e altri registri obbligatori.
  • Dichiarazioni fiscali: Presentazione annuale della dichiarazione dei redditi e delle liquidazioni periodiche IVA (se dovuta).

Temporary Store e partita IVA: sfatiamo un mito

Cosa sono i Temporary Store?

I temporary store, noti anche come pop-up store, sono negozi fisici o online aperti per un periodo di tempo limitato. Questa strategia è utilizzata per:

  • Lanciare nuovi prodotti: Testare il mercato con nuovi articoli.
  • Promuovere il brand: Aumentare la visibilità del marchio.
  • Vendite stagionali: Approfittare di particolari periodi dell’anno, come le festività natalizie.

Temporary Store online

Nel contesto dell’e-commerce, un temporary store può essere un sito web o una piattaforma di vendita attiva solo per un determinato periodo. Nonostante la temporaneità, se l’attività è organizzata e ha finalità lucrative, si applicano gli stessi obblighi fiscali delle attività permanenti.

Partita IVA e Temporary Store

Anche per i temporary store valgono le regole generali sulla partita IVA:

  • Obbligo di partita IVA: Se il temporary store viene gestito in modo professionale e organizzato, anche se per un periodo limitato, è obbligatorio aprire la partita IVA.
  • Attività occasionale: Solo se l’attività è realmente occasionale e non supera i 5.000 euro lordi annui, si può operare senza partita IVA. Tuttavia, questo è raro nel caso dei temporary store, che spesso prevedono una pianificazione e un’organizzazione significativa.

Esempio: Se apri un temporary store online per vendere prodotti durante il periodo natalizio, con un sito dedicato, strategie di marketing e aspettative di profitto, devi aprire la partita IVA.

Procedure specifiche per i Temporary Store

  • Comunicazioni al Comune: Per temporary store fisici, è necessario comunicare l’apertura al Comune, anche se temporanea, tramite SCIA.
  • Durata dell’attività: Indica chiaramente il periodo di operatività nella comunicazione di inizio attività.
  • Chiusura dell’attività: Al termine del periodo, se non prevedi di continuare l’attività, è possibile chiudere la partita IVA e cessare l’iscrizione al Registro delle Imprese.

Aspetti fiscali e contributivi

  • Contributi INPS: Anche per attività temporanee, se si supera la soglia dei 5.000 euro annui, è obbligatoria l’iscrizione all’INPS e il versamento dei contributi.
  • Gestione fiscale: È necessario emettere fatture o scontrini fiscali, tenere la contabilità e presentare le dichiarazioni fiscali previste.

Consigli per i Temporary Store

  • Pianificazione accurata: Considera i costi fissi, come quelli per l’apertura e la chiusura della partita IVA, e valuta se l’investimento è sostenibile.
  • Consulenza professionale: Data la complessità della normativa, è consigliabile rivolgersi a un commercialista esperto in attività temporanee.
  • Regime fiscale adatto: Valuta se il regime forfettario può essere applicato alla vostra attività temporanea per beneficiare di agevolazioni fiscali.

Sanzioni per mancata apertura della partita IVA

Attenzione perché operare senza partita IVA quando sarebbe obbligatorio può comportare gravi conseguenze:

  • Sanzioni amministrative: Multe che variano dal 120% al 240% dell’IVA non versata.
  • Recupero delle imposte: L’Agenzia delle Entrate può richiedere il pagamento delle imposte dovute con interessi e sanzioni.

Per questo assicurati di essere in regola, chiedendo i servizi di un commercialista o affidandoti a franchisor esperti come Comuni A Domicilio.

Aprire un e-commerce: consigli pratici per la partita IVA

  • Consulta un commercialista del settore: La consulenza di un professionista è fondamentale per gestire correttamente gli aspetti fiscali e burocratici. Assicurati di scegliere un consulente che si occupa specificatamente del settore e-commerce, oppure affidati a un franchisor come Comuni A Domicilio.
  • Stila un solido business plan: Redigere un piano economico-finanziario per valutare la sostenibilità dell’attività e prevedere i costi fissi e variabili.
  • Non smettere di studiare: Mantieniti aggiornato sulle normative fiscali e commerciali, partecipando a corsi o webinar specializzati.

Aprire un e-commerce comporta obblighi fiscali e burocratici che non possono essere ignorati. La partita IVA è generalmente obbligatoria per attività svolte in modo professionale e continuativo, incluso il caso dei temporary store. Operare in regola non solo evita sanzioni, ma conferisce anche maggiore credibilità al tuo business agli occhi dei clienti e dei fornitori.

Se vuoi avviare una tua attività imprenditoriale ma aprire un e-commerce da zero ti sembra complesso, allora puoi anche optare per aprire un franchising e avere al tuo fianco un franchisor di supporto anche nelle questioni burocratiche come l’apertura della partita IVA.

 

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