Da sempre gli italiani preferiscono l’uso dei contanti ai pagamenti elettronici o digitali. Tuttavia alla base ci sarebbe una disinformazione generalizzata sul tema “sicurezza”.
Secondo una ricerca della BCE del 2019, 85,9% degli italiani intervistati preferiscono i pagamenti in contanti ai pagamenti digitali, praticamente 6 italiani su 7. I paesi che utilizzano più contante del Bel Paese sono solo Spagna (87%), Grecia e Cipro (88%) e Malta (92%).
Un dato interessante, però, è che la spesa pagata con contanti dagli italiani copre il 68,4% del totale, a dimostrazione che il contante viene usato dagli italiani principalmente per piccole spese.
Aggiornamento ottobre 2022: cos’è cambiato?
Le persone
I dati del solo primo semestre 2022 rivelano un trend positivo rispetto allo stesso periodo del precedente anno. Come riportano vari articoli di giornale il “Digital Payments Monitor” di Worldline Merchant Services Italia, i volumi di pagamenti con carte italiane sono cresciuti dell’ 11,8% rispetto al primo semestre 2021. Ciò denota sicuramente un adattamento a questa nuova forma di acquisto, ma sicuramente anche la scoperta della sua comodità, velocità, versatilità e maggiore sicurezza. Gli italiani si iniziano infatti a fidare di PayPal, Apple o Google Pay.
La Legislazione
Non solo le persone hanno iniziato a non sentire la nostalgia delle banconote, ma anche la Legislatura ha fatto la sua parte. Abbiamo visto in questo arco temporale l’applicazione della legge sul limite di contanti cedibili, ma il Governo Italiano non si è fermato ad essa. Con l’entrata in vigore del PNRR 2, dal 30 giugno 2022, sono state introdotte sanzioni per i commercianti o proprietari di un’attività che si rifiutano di accettare pagamenti via POS, inclusi quindi i pagamenti digitali. Il governo, di pari passo, ha avviato notevoli agevolazioni per gli stessi commercianti, per accompagnarli allegerendoli di alcuni pesi fiscali che la transizione digitale comporta.
Le aziende
E se talvolta ci guardiamo attorno sconsolati perchè ci sembra che tutto giri sempre intorno al cash, dobbiamo riportare un esempio, che “virtuoso” sarebbe dire poco, proprio Made in Italy.
Di cosa parliamo? Della start-up cuneese Satispay. Nasce dalla mente di tre giovani del luogo nel 2013, ed ora Forbes la classifica tra le 250 aziende fintech a più rapida crescita nel mondo. La notizia arriva fra il 27 e il 28 settembre e racconta che, grazie agli ultimi investimenti, Satispay è classificabile come “unicorno“, e no, di fantasy non c’è nulla (qua è tutto vero!).
Con il termine unicorno si indicano infatti tutte quelle start-up, o società di nuova formazione, che possiedono un valore aziendale superiore al miliardo di dollari, senza essere quotate in borsa. In Italia vantava questo aggettivo solo un’altra azienda di finanza digitale, Scalapay, sempre utilizzabile nell’ambito dei pagamenti digitali con l’innovazione di poterli rateizzare.
Oltre l’orgoglio che proviamo nei confronti dei fondatori di Satispay, vogliamo riportare l’importanza che ha questo traguardo. Il successo miliardario di app fintech ci illumina su quale sarà il futuro dei pagamenti. Con ogni probabilità, assisteremo quindi ad un aumento sempre più significativo delle transazioni virtuali, e sempre più convinti dovremo dire “adios” a quella banconota che la nonna ci consegnava di nascosto. Ma oggi ci sentiamo sereni anche nel dire “Bienvenidos pagamenti digitali“.
Quali sono i motivi del prevalente utilizzo del contante in Italia?
Dall’intervista effettuata dalla BCE è emerso che motivi più comuni del pagamento in contanti sono i seguenti:
- Il contante è sempre accettato
- É più veloce e immediato
- Consente di controllare meglio le spese
- É più semplice dei pagamenti digitali
- Non bisogna controllare se si ha sufficiente denaro
- É più sicuro (ne siamo certi?)
Quello che salta all’occhio da questi motivi è principalmente la disinformazione degli italiani per quanto riguarda i pagamenti elettronici.
I vantaggi dei pagamenti digitali
Partendo dalle convinzioni errate degli italiani sui contanti possiamo dire che i pagamenti tramite carta o smartphone (con applicazioni come Paypal e Apple Pay ad esempio) sono più sicuri dei contanti, in quanto ci tutelano meglio da furti, rapine, smarrimenti e dall’eventualità di ricevere banconote false.
Da non trascurare è anche l’immediatezza del pagamento, e il fatto che sia molto più semplice tramite applicazioni ad hoc, monitorare le proprie finanze in qualsiasi momento.
I pagamenti digitali, inoltre, sono perfetti per gli acquisti online, perché facilitano il rimborso in caso di reso della merce: se non c’è scambio di denaro contante ma solo transazioni elettroniche basta un click per rimborsare l’utente e tutto passa da circuiti internazionali affidabili e sicuri.
Con le carte e le app di pagamento, poi, è possibile fare acquisti in Italia o all’estero, anche in altre valute, in modo automatico e senza intoppi: la conversione della valuta avverrà in modo trasparente all’utente.
Detto questo, è facile arrivare alla conclusione che la diffidenza degli italiani per i pagamenti digitali è sicuramente riconducibile ad un fattore culturale, a consuetudini cristallizzate nel tempo e difficili da modificare senza interventi esterni. Inoltre, il contante è tangibile e ciò aiuta a gestire meglio le spese, almeno al momento.
La pandemia di Covid-19 del 2020 ha cambiato le abitudi degli italiani
Con la pandemia, i pagamenti elettronici si sono dimostrati degli importanti alleati per i cittadini, e molti italiani si sono avvicinati ancora di più al mondo dell’eCommerce e dei pagamenti online.
Da una ricerca KRUK, il 54% degli intervistati dai 18 fino ai 60 anni ha dichiarato di aver acquistato maggiormente online durante il lockdown e di continuare a privilegiare i pagamenti elettronici rispetto alle banconote, non da ultimo perché danno minore possibilità di trasmissione del virus (come sottolinea il 7%). Solo il 10% non vede l’ora di tornare il prima possibile alle banconote.
Come rivela l’Osservatorio Innovative Payments del Polimi, il comparto dell’acquisto di prodotti online ha fatto segnare un aumento del 31% nel 2020, controbilanciato da una crisi della categoria servizi (-47%), legati in buona misura alla crisi dei comparti viaggi e turismo.
Lo smartphone è diventato il device preferito dagli italiani per effettuare pagamenti da remoto e acquisti online, superando il PC. Il Mobile Commerce raggiunge infatti quota 15,65 miliardi di euro, 51% dell’eCommerce, segno di una sempre maggiore facilità e velocità nell’uso di questo dispositivo.
La percentuale di spesa pagata con carte di credito, debito o fedeltà è passata dal 57% del 2019 al 68% nel 2020. Un balzo percentuale di 11 punti in un solo anno, maggiore di due punti rispetto a tutto il periodo dal 2011 al 2019, quando i pagamenti elettronici erano passati dal 48% al 57% appunto.
Anche il governo spinge la transizione verso i pagamenti digitali: nuove regole sui pagamenti in contanti
Ruolo importante nella transizione verso i pagamenti digitali lo ricopre il governo, che incentiva sempre di più i pagamenti elettronici, dunque rintracciabili. Con le politiche attuate di recente, come il Cashback di stato e la Lotteria degli scontrini, è chiaro l’intento del governo in questo senso. Dal 1° Gennaio 2022, inoltre, non sarà più possibile pagare in contanti somme di denaro superiori ai 1000 Euro. Per chi trasgredisce, la sanzione sarà dai mille fino ai 50mila euro.
Tra le tante motivazioni di questa spinta verso il cashless (assenza di cash o contanti), è dimostrato che limitare l’uso dei contanti è una strategia efficace per contrastare l’evasione fiscale. Inoltre la gestione dei contanti costa al nostro Paese ben 12 Miliardi di euro all’anno.
In definitiva, il passaggio ai pagamenti digitali offre numerosi vantaggi sia all’economia italiana che al singolo consumatore. Quindi, molto presto, dovremo dire definitivamente “addios”ai cari vecchi contanti.
Ho appena avviato una startup che va dal digitale alle energie rinnovabili