Il settore del Delivery, o consegne a domicilio, è uno dei più recenti: è nato da poco, ma evidentemente viene ben alimentato perché, oggigiorno, è uno dei settori più redditizi ed è cresciuto esponenzialmente in tempi da record.
Tuttavia, se è nei grandi centri abitati che si è creato una sorta di “ecosistema digitale”, dove convivono più aziende di commercio elettronico che offrono servizi di food delivery e consegne a domicilio, i piccoli comuni, finora lasciati a se stessi, stanno emergendo, registrando risultati sorprendenti.
Oggi vi spieghiamo perché sono proprio i piccoli comuni e le periferie al centro della digitalizzazione, al punto tale da attirare l’attenzione di colossi come Facebook e Twitter.
Ai Big del Food Delivery non conviene consegnare nei piccoli comuni
Ormai, ogni grande centro abitato che si rispetti conta aziende come Deliveroo, Just Eat, Uber Eats. Chi abita in una grande città può dedicarsi alla frenesia della vita, tanto poi al resto ci pensano loro.
Ma spostando il focus: chi pensa alle zone extraurbane, ai centri scarsamente abitati? Queste multinazionali hanno un raggio d’azione limitato alle zone densamente popolate, perché?
Le grandi realtà come Take Away (ex JustEat) e Deliveroo non offrono il servizio nelle zone più piccole e periferiche poiché poco conveniente in termini di profitti. Infatti, secondo l’analisi Food Delivery Tech: Battle for the European Consumer – condotta dalla data company Dealroom insieme a Priori Data, le suddette aziende di cibo a domicilio incasserebbero profitti pari a 4,85 dollari per ogni ordine consegnato nelle grandi città europee, contro una perdita di 3,64 $ per ogni ordine pervenuto da un piccolo centro abitato o periferico.
La scommessa sui Piccoli Comuni e l’importanza di arrivare per primi
Servire le aree con densità abitativa ridotta è una grande scommessa. Sebbene, da un lato, vi è la possibilità (teorica) di abbattere i margini di profitto dettati da fattori come il minor numero di ordinazioni, dall’altro vi è l’immensa opportunità di consolidare la propria presenza in territori e città dove non esiste nulla di simile.
In uno scenario di questo tipo, arrivare per primi è tutto. Ciò costringerebbe eventuali concorrenti futuri a rinunciare completamente a quelle aree (in alternativa, dovrebbero spendere una fortuna per recuperare quote di mercato).
Questa è anche la scommessa di Comuni A Domicilio. Da poco partito, il nuovo progetto Piccoli Comuni Digitali A Domicilio, ha già riscosso notevole successo in diversi piccole realtà italiane. A conferma di ciò, in Finlandia, c’è qualcun altro che ha portato avanti questa idea, creando Wolt, piattaforma di consegna di cibo a domicilio.
La Silicon Valley punta al delivery nei piccoli centri abitati
Ciò che differenzia Wolt dagli altri players è la sua presenza in entrambe piccole e grandi città. In questo modo, Wolt ha visto l’occasione di servire piccoli paesi e zone urbane meno dense, dove le altre piattaforme di food delivery non erano mai arrivate.
Oggi, Wolt opera in 23 paesi e oltre 123 piccole cittadine, centri urbani, ma anche in grandi città. La fortuna di questa startup Finlandese sta nel fatto che è riuscita a catturare l’attenzione dei Big della Silicon Valley, cosa che ovviamente gli ha portato grossi finanziamenti. Proprio nelle scorse ore ha “[…] annunciato di aver raccolto ben 530 milioni di dollari di investimenti da parte di un gruppo capitanato da Iconiq Capital, un fondo che gestisce soldi per alcuni dei grandi nomi della Silicon Valley come Mark Zuckerberg, patron di Facebook, o Jack Dorsey, cofondatore e Ceo di Twitter. […] In questo modo il totale raccolto dalla startup di Helsinki sale a 856 milioni di dollari.”
Dunque, è innegabile che per la startup finlandese le cose procedono più che bene. Anzi, benissimo: i profitti sono triplicati. Ma la cosa più sorprendente sono le perdite: appena 38 milioni, contro i 434 milioni di dollari persi da players del calibro di Deliveroo, il quale copre solo grandi città! Segno di un modello fortemente in crescita.
Accelerare la transizione digitale con Piccoli Comuni a Domicilio
La soluzione progettata da Comuni a Domicilio per i piccoli e piccolissimi centri abitati si chiama Piccoli Comuni Digitali a Domicilio. L’iniziativa, su misura dei piccoli comuni italiani, prevede la digitalizzazione delle imprese e del tessuto economico locale.
Come Wolt, anche Comuni a Domicilio opera sia nei grandi centri abitati, sia in quelli con una popolazione meno densa: da realtà popolose e competitive come Firenze a piccoli comuni come Capoterra, Alcamo, Giulianova, Tradate – comuni che sicuramente starete già cercando su google maps!
Difatti, il 95% dei comuni italiani contano meno di 25.000 abitanti. Inoltre, il 93% della produzione nazionale proviene proprio da queste piccole realtà economiche. L’azienda di commercio elettronico è dunque giunta alla conclusione che, per questi piccoli comuni, è doveroso un piano incentrato sulla loro transizione digitale, affinché l’intero paese non resti indietro.
Comuni A Domicilio VS Wolt
Una delle differenze sostanziali è che le agenzie del network di Comuni A Domicilio non si occupano esclusivamente di food delivery. Ogni agenzia dei Piccoli Comuni è dotata di un’omonima App, la quale si adatta perfettamente a qualsiasi tipologia di attività commerciale. Non a caso, all’interno delle applicazioni è possibile trovare negozi di qualunque genere. Non solo bar e ristoranti, ma anche lavanderie, fiorerie, abbigliamento, centri estetici, parrucchieri, pescivendoli, prodotti per animali, liberi professionisti, ecc.
Inoltre, il valore aggiunto la fa il gestore dell’agenzia locale che incarna tutti i valori del network. Oltre a metterci la faccia, entra in gioco per il benessere delle attività commerciali locali, accompagnandole piano piano verso una piena digitalizzazione.
Molto interessante